Quando viaggiamo, a volte scegliamo una meta per un determinato motivo, perché magari vogliamo visitare qualcosa in particolare; altre volte invece ci piace andare alla scoperta di località a noi sconosciute e appena arrivati raccogliamo più informazioni possibili sul luogo che ci ospita.
E’ questo il caso di Sappada (Plodn, nel dialetto locale) in provincia di Belluno, altra tappa del nostro viaggio in Friuli Venezia Giulia. Situato a nord della regione, incorniciato dalle Prealpi Carniche e costeggiato dal fiume Piave, un bellissimo borgo con origini altomedievali, attribuite al Patriarca di Aquileia che avrebbe chiamato in questa zona, allora disabitata, un gruppo di famiglie dalla Baviera.

Troviamo un posticino tranquillo per passare la notte in libera, circondati dal bosco. Da questo punto partono alcuni sentieri, così iniziamo subito a studiare la zona per organizzare le nostre attività.

Sappada Vecchia
D’obbligo è una visita al paese, in particolare la Sappada Vecchia, costituita da borgate di cui alcune antichissime che conservano ancora oggi le case in legno costruite con la tecnica del blockbau, un sistema di incastro e sovrapposizione delle travi, per formare le pareti.

I miei compagni umani sono estasiati dalla bellezza di questo borgo, è possibile assaporare la vera essenza della montagna e le antiche tradizioni che gli abitanti hanno mantenuto inalterate nel tempo; io, come sempre, sono preso dai nuovi odori che mi circondano (e da qualche capriolo che ci spia da lontano nascosto tra gli alberi!).



Continuiamo il nostro giro esplorativo, attraversando tutto il borgo antico, fino a raggiungere il “Parco della fauna alpina”, dove al momento sono ospitati dei daini; un’attrazione nel pieno centro del paese sicuramente molto apprezzata dai più piccoli. In alternativa, si può percorrere una passeggiata naturalistica lungo il Piave, una via ciclo-pedonale adatta a tutti, circondata dai prati del fondovalle.


Il sole inizia a nascondersi dietro le alte vette, così rientriamo al nostro van per rilassarci e gustarci una bella cenetta.
Il giorno dopo il tempo non è proprio dalla nostra parte, siamo minacciati da grossi nuvoloni, ma le previsioni ci danno una buona speranza di restare asciutti fino al primo pomeriggio, così ci incamminiamo verso il sentiero scelto, diretti al Passo della Digola.
Da Sappada al Passo della Digola


Ci lasciamo il paese alle spalle e dalla borgata Palù (1.250 m slm) ci incamminiamo lungo una pista forestale con un dislivello piuttosto dolce. Sono ancora ben visibili le cicatrici lasciate dalla tempesta Vaia, un catastrofico evento meteorologico che nell’Ottobre del 2018 devastò parte del Triveneto lasciando a terra milioni di alberi.


I segni sono evidenti, come evidente è l’impegno di queste popolazioni nel ripulire la terra e aiutare il bosco a rigenerarsi.
Continuiamo a salire senza troppe difficoltà, seguendo le indicazioni per Tamer di Dentro e Passo Digola. Imponenti abeti e larici ci sovrastano accompagnandoci lungo tutto il cammino, fin quando il paesaggio cambia drasticamente. Svoltiamo a sinistra incrociando l’altra carrareccia che sale dalla frazione di Lerpa.



Raggiungiamo Casera Digola, una malga non più attiva, attualmente ad uso privato. Un ultimo sforzo ancora e siamo al Passo della Digola a 1.674 m, incastonato tra le vette della Terza Media e la Terza Piccola.

Si apre avanti a noi un’immensa sella prativa, nella quale non è raro imbattersi in mucche e cavalli al pascolo. Una sosta è d’obbligo, una merenda per tutti ed una corsa in libertà su questi prati invitanti.





La quiete che si respira ci invoglia a restare a lungo, ma purtroppo le previsioni meteo non promettono bene così riprendiamo la nostra discesa verso il punto di partenza. Torniamo al van appena in tempo per il pranzo, schivando per un pelo il classico acquazzone estivo (che è sempre meglio evitare quando si è lungo un sentiero di montagna).
Constatare con i nostri occhi la devastazione di madre natura e vedere interi boschi rasi al suolo ci ha profondamente colpiti. Ma nonostante tutto, la bellezza di questi luoghi continua ad emergere e nutriamo molta speranza di ritrovarli un giorno, più rigogliosi che mai!
DETTAGLI TECNICI:
Partenza: Sappada – Contrada Palù (1.250 m s.l.m.)
Dislivello: 500 m circa
Lunghezza: 12 km
Tempo di percorrenza: 4 h (incluse le pause)
Difficoltà: media (E)

Alla prossima avventura!
